Dieta dei miracoli – Tutta la verità nel rapporto tra cibi e cancro | Parte 2 di Giulio Tarro

cancro, gruppi sanguigni

“Anti-cancro”: le diete dei miracoli

di Giulio tarro

Ma parliamo ora delle delle cosiddette “diete anti cancro”, atte cioè ad allontanare la probabilità di un cancro all’apparato digerente. I pareri del mondo scientifico non sono unanimi; parrebbe comunque confermata la proprietà “anticancerogena” (in quanto antiossidante) della vitamina A (contenuta in carote, albicocche, zucche, patate dolci…)  e della vitamina C (contenuta negli agrumi, nel melone …). dieta cancro nutrizionista materaLa definizione di una dieta “anti tumori” è in realtà una questione controversa.[read more=”Click here to Read More” less=”Read Less”] A rendere più complicata la questione contribuiscono anche i mass media, che periodicamente strombazzano sulle “proprietà anti cancro” di questo o quell’alimento. Dov’è la verità? Pare assodato che esistano alcuni alimenti capaci di diminuire la probabilità di contrarre un tumore, anche se finora non c’è stato nessuno capace di prevenire o, addirittura, di guarire il cancro. Del resto se davvero un alimento simile esistesse, con le moltitudini di studi che vengono effettuati sul rapporto dieta/cancro, oggi sarebbe stato già individuato da tempo e troneggerebbe sulle tavole di tutto il mondo. Così non è, purtroppo.

Principi attivi delle diete

La dieta è di gran lunga il sistema d’intervento più importante per ritardare l’invecchiamento e le malattie correlate all’anzianità. I polifenoli del tè verde contro il cancro alla prostata, l’indolo-3-carbinolo dei broccoli per difendere il seno. E poi il resveratrolo dell’uva nera, la curcumina e il gingerolo che fermano le cellule impazzite…L’ultima sfida della ricerca è creare nuovi medicinali partendo dai principi attivi del cibo. Il basilico contiene acido ursolico che ha una buona azione antinfiammatoria. Il cavolo e le rape contengono sostanze in grado di attivare i geni Brca che proteggono dai tumori ereditari della mammella. Le arance rosse esercitano un effetto favorevole sui tumori del tratto digerente superiore.

Esiste un rapporto stretto tra obesità e cancro. Lo stato di obesità è uno stato simil-infiammatorio che favorisce lo sviluppo di tumori. La dieta mediterranea rappresenta un esempio globale dell’importanza del cibo selezionato dalla natura.

La dieta dei gruppi sanguigni

Una persona può avere diversi tipi di antigeni. Quello fondamentale, che contraddistingue il gruppo sanguigno 0, è uno zucchero semplice chiamato fucosio. Esso costituisce la base degli altri gruppi, più complessi, nei quali si combina con N-acetil-galattosamina (gruppo A)D-galattosamina (gruppo B) o entrambi (gruppo AB). Il fattore Rh è un altro antigene del sangue, ma esso non viene considerato nella “dieta dei gruppi sanguigni”: in essa è centrale soprattutto sul ruolo delle lectine, una particolare famiglia di proteine contenute negli alimenti, che reagendo in modo diverso ai singoli antigeni possono causare non meglio specificate “infiammazioni” o altri problemi. La dieta dei gruppi sanguigni pretende di basarsi sull’evoluzione che l’organismo umano avrebbe conosciuto nei millenni. Alcuni suoi assiomi sono incontrovertibili. Indubbiamente, nel corso dei millenni, l’uomo ha dovuto adattarsi a diverse condizioni climatiche, ambientali ed alimentari. Questi adattamenti gli hanno permesso di sopravvivere, ma hanno anche provocato grandi cambiamenti nel sistema immunitario e determinato la diversificazione degli antigeni nel sangue.

Durante il Neolitico si verificò il primo cambiamento rilevante di stile di vita: l’uomo da nomade divenne sedentario. Nacquero le prime comunità agricole; le popolazioni vicine ai fiumi e al mare praticavano anche la pesca. In questo nuovo ambiente iniziò a svilupparsi il gruppo A. Il gene del gruppo B comparve nelle popolazioni nomadi che 10 mila anni fa si spostarono nelle zone montuose dell’Asia, e nacque per fronteggiare il passaggio dal clima torrido dell’Africa al freddo glaciale dell’Himalaya. gruppi sanguigni nutrizionista materaQuesti popoli erano dediti soprattutto alla pastorizia, di conseguenza si nutrivano principalmente di carne e prodotti caseari. Infine il gruppo AB è il più recente di tutti, oltre che il più raro. La sua comparsa è stata collocata circa 1000-1200 anni fa, quando l’Impero Romano fu invaso dai barbari ed il sangue di tipo A si mescolò con quello di tipo B.

Negli ultimi anni la vera e propria “dieta dei gruppi sanguigni” ideata nel 1997 dal naturopata Peter D’Adamo, ha visto crescere il numero di seguaci. E così nell’immaginario collettivo i gruppi sanguigni finiscono per prendere il posto lasciato dai segni zodiacali.

articolo tratto da “bio’s – le nuove frontiere della vita, maggio-giugno 2019
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Latte: tra mito e realtà Tra scienza e pseudoscienza

latte Nutrizione Roberti

L’argomento latte è da sempre uno dei più dibattuti e criticati in tema nutrizione. Per anni è stato ritenuto uno dei maggiori alleati della nostra salute, in particolare quella ossea. Ad oggi, però, una breve ricerca in rete potrebbe farci cambiare idea. Cosa c’è di vero e cosa di falso sull’antico “gala”? [read more=”Click here to Read More” less=”Read Less”]

Intolleranza o allergia: facciamo chiarezza

Moltissimi test, alcuni dei quali poco o per nulla attendibili scientificamente, sembrano diagnosticare intolleranze o allergie al latte vaccino. Ma facciamo chiarezza: per intolleranza si intende quella verso il lattosio, il naturale zucchero presente nel latte. Si definisce intollerante il soggetto che non produce, o produce in quantità minore, l’enzima adibito alla scissione del lattosio, la lattasi (L’intolleranza al lattosio non è grave: parte del lattosio non digerito è fermentato dalla flora intestinale. Nei casi più gravi causa diarrea). Si definisce allergico il soggetto che mostra una iper produzione di IgE specifiche nei confronti delle proteine del latte e non verso lo zucchero lattosio. Per questo l’intolleranza alle suddette proteine non esiste!

Latte si, latte no!

In molti regimi alimentari (veganismo, alcune forme di vegetarianismo, dieta del gruppo sanguigno del dott. Pietro Mozzi, diete alcaline e molte altre), uno dei primi consigli è quello di eliminare il latte per prevenire malattie (come il cancro) o curarne di altre, per risolvere problemi intestinali come gonfiori o meteorismo (spesso causati da disbiosi e quindi alterazioni del microbioma gastrointestinale, non sempre correlate all’assunzione di latte), creando allarmismi e distorsioni circa le reali pubblicazioni scientifiche riguardanti il latte. Un’altra corrente di pensiero è quella secondo la quale il latte non possa apportare calcio  biodisponibile per la salute ossea. Se questo potrebbe essere parzialmente  vero, come ha più volte specificato Franco Berrino, uno dei maggiori esperti in epidemiologia nutrizionale in Italia, è la quota di latte assunta giornalmente a determinarne i maggiori effetti, positivi o negativi che siano. Attualmente la quota di latte consigliata è di circa 240 mL. Bisogna inoltre ricordare il ruolo fondamentale della vitamina D nell’assimilazione del calcio, vitamina ormai troppo spesso carente nella popolazione.

Conclusioni

Ricordo, inoltre, che il calcio è un minerale presente anche nel mondo vegetale (semi di sesamo, semi di Chia, cavolo verde e spinaci, semi di lino, quinoa, frutta secca, rucola ecc.).  Il latte, a prescindere dalle correnti di pensiero, resta un alimento completo, ricco di micro e macronutrienti indispensabili per la salute umana, un alimento ancora oggetto di studi e del quale, a mio parere, si potrebbe fare a meno in particolari condizioni. [/read]