Disbiosi vs. Eubiosi | Parte prima La natura in tavola: le piante medicinali

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Per la rubrica “La natura in tavola: piante medicinali” oggi parliamo di disbiosi intestinale (parte prima).

Una buona funzionalità intestinale è la chiave per conservare l’equilibrio generale dell’organismo ma soprattutto è essa stessa una fonte di salute e benessere che coinvolge e riguarda ogni nostro distretto o sistema d’organo.[read more=”Click here to Read More” less=”Read Less”]Dunque dall’efficienza e dal benessere intestinali può dipendere l’esito anche di patologie complesse ed all’apparenza distanti dal sistema digestivo ed in particolare dall’apparato intestinale. I rimedi per consentire, incrementare e migliorare l’efficienza intestinale esistono in natura da sempre e sono largamente noti alla classe medica, tuttavia una ricognizione dei principi attivi e degli effetti di alcuni di essi presenti in alcuni fitocomplessi, può giovare ad una tempestiva ed incisiva possibilità di riequilibrio e guarigione per alcune tra le patologie intestinali più diffuse ed insidiose: la disbiosi e la stipsi. Per altro i mesi invernali, con il loro carico di disordine ed eccesso nell’alimentazione, costituiscono uno “sfondo” che rende più attuale e necessaria la riflessione su queste tematiche.

“Proteggere l’intestino per garantirci la salute”, Tale assunto prende le mosse dall’intima correlazione fra funzioni intestinale ed immunitaria, mercé l’intervento del sistema GALT (sistema immunitario presente a livello del tratto digerente) quale afferente del più generale sistema MALT ( sistema linfatico associato alle mucose nei vari distretti dell’organismo). Non ultima inoltre l’osservazione della connessione fra intestino e Sistema Nervoso Centrale che ha condotto i clinici a coniare il termine molto eloquente di gut-brain axis (asse intestino-cervello). In questo ambito si distinguono fito-complessi dimostratisi interessanti ed efficaci nel trattamento della disbiosi tenue-colon, sia essa di natura fermentativa o putrefattiva, sostenuta da virus, batteri o miceti. Siamo qui in presenza di un preparato a base di lattofermenti vivi e prebiotici assai efficaci nel ripristino di un’adeguata eubiosi enterica (l’intestino si definisce eubiotico quando è in salute e vi è armonia tra la flora batterica intestinale e l’organismo) e dunque rimedio di prima istanza nelle sindromi caratterizzate da meteorismo, flatulenza, dispepsia, addominalgie, alvo alterno, allergie ed intolleranze alimentari. In particolare esistono microrganismi essenziali per combattere la disbiosi intestinale. Vediamone alcuni.

Lactobacillus acidophilus

Ospite residente dell’apparato intestinale umano, risiede essenzialmente nelle cavità orale e vaginale,probiotici nutrizionista matera è basilare nel consentire l’incremento dei lattobacilli totali e contestuale decremento degli enterobatteri patogeni. Detto riequilibrio si dimostra essenziale per un corretto funzionamento del sistema immunitario che ne risulta potenziato e quindi per combattere una disbiosi intestinale.

Lactobacillus ramnosus

E’ un batterio anaerobio dotato di un’alta capacità produttiva di acido lattico a livello intestinale che implementa la presenza di lattobacilli e nel contempo rende l’ambiente inospitale a batteri patogeni. Si è visto che specialmente il ceppo GG garantisce una netta riduzione dei quadri clinici di gastroenterite acuta in età pediatrica, anche nelle forme sostenute da rotavirus. Non secondaria per importanza è la sua azione nel trattamento della dermatite atopica, a sostegno della genesi enterica delle patologie cutanee ad incerta eziologia.

Bifidofilus longum

Normale componente della microflora colica e vaginale, è risultato particolarmente presente nei bimbi allattati al seno, ha una spiccata azione nei confronti della produzione di sostanze che incrementano il trofismo della mucosa intestinale a sostegno del fatto che il latte materno, contrariamente a quello artificiale e vaccino non viene identificato come antigene dal GALT. In particolare sappiamo che la fermentazione di carboidrati e proteine operata dai bifidobatteri attiva la produzione di acidi grassi a catena corta, in primis l’ac. Butirrico, metaboliti energetici importantissimi per le cellule intestinali. Da notare altresì che secondo recenti studi taluni prodotti dei bifidobatteri esplicherebbero azione antineoplastica.

Oltre i citati probiotici, è importante che un buon prodotto contenga anche dei prebiotici. Si parla quindi di un simbiontico.

Fos (frutto oligo-saccaridi)

Trattasi di fibre solubili ascrivibili ai prebiotici dotati di alcune interessanti peculiarità quali la stimolazione e crescita selettiva della flora batterica eubiotica, il controllo della fluttuazione degli indici glicemici, oltre a prevenire la formazione di metaboliti epatotossici. Inoltre il controllo esercitato nel contesto delle dislipidemie e delle forme ipertensive, conferisce loro un effetto protettivo sul comparto cardio-vascolare. Da ultimo grazie ai Fos si è notato un miglior assorbimento intestinale di Ferro e Calcio molto utile come fattore di prevenzione dell’ostepenia ed osteoporosi. (Continua parte seconda).

Nello studio Nutrizione Roberti sono disponibili protocolli contro la disbiosi, mirati al ripristino dell’eubiosi gastrointestinale.

TRATTO DA “INFOMU” – BIMESTRALE DI DIVULGAZIONE DI NOTIZIE FITOTERAPICHE – novembre dicembre 2014

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Latte: tra mito e realtà Tra scienza e pseudoscienza

latte Nutrizione Roberti

L’argomento latte è da sempre uno dei più dibattuti e criticati in tema nutrizione. Per anni è stato ritenuto uno dei maggiori alleati della nostra salute, in particolare quella ossea. Ad oggi, però, una breve ricerca in rete potrebbe farci cambiare idea. Cosa c’è di vero e cosa di falso sull’antico “gala”? [read more=”Click here to Read More” less=”Read Less”]

Intolleranza o allergia: facciamo chiarezza

Moltissimi test, alcuni dei quali poco o per nulla attendibili scientificamente, sembrano diagnosticare intolleranze o allergie al latte vaccino. Ma facciamo chiarezza: per intolleranza si intende quella verso il lattosio, il naturale zucchero presente nel latte. Si definisce intollerante il soggetto che non produce, o produce in quantità minore, l’enzima adibito alla scissione del lattosio, la lattasi (L’intolleranza al lattosio non è grave: parte del lattosio non digerito è fermentato dalla flora intestinale. Nei casi più gravi causa diarrea). Si definisce allergico il soggetto che mostra una iper produzione di IgE specifiche nei confronti delle proteine del latte e non verso lo zucchero lattosio. Per questo l’intolleranza alle suddette proteine non esiste!

Latte si, latte no!

In molti regimi alimentari (veganismo, alcune forme di vegetarianismo, dieta del gruppo sanguigno del dott. Pietro Mozzi, diete alcaline e molte altre), uno dei primi consigli è quello di eliminare il latte per prevenire malattie (come il cancro) o curarne di altre, per risolvere problemi intestinali come gonfiori o meteorismo (spesso causati da disbiosi e quindi alterazioni del microbioma gastrointestinale, non sempre correlate all’assunzione di latte), creando allarmismi e distorsioni circa le reali pubblicazioni scientifiche riguardanti il latte. Un’altra corrente di pensiero è quella secondo la quale il latte non possa apportare calcio  biodisponibile per la salute ossea. Se questo potrebbe essere parzialmente  vero, come ha più volte specificato Franco Berrino, uno dei maggiori esperti in epidemiologia nutrizionale in Italia, è la quota di latte assunta giornalmente a determinarne i maggiori effetti, positivi o negativi che siano. Attualmente la quota di latte consigliata è di circa 240 mL. Bisogna inoltre ricordare il ruolo fondamentale della vitamina D nell’assimilazione del calcio, vitamina ormai troppo spesso carente nella popolazione.

Conclusioni

Ricordo, inoltre, che il calcio è un minerale presente anche nel mondo vegetale (semi di sesamo, semi di Chia, cavolo verde e spinaci, semi di lino, quinoa, frutta secca, rucola ecc.).  Il latte, a prescindere dalle correnti di pensiero, resta un alimento completo, ricco di micro e macronutrienti indispensabili per la salute umana, un alimento ancora oggetto di studi e del quale, a mio parere, si potrebbe fare a meno in particolari condizioni. [/read]