Dieta dei miracoli – Tutta la verità nel rapporto tra cibi e tumori | Parte 1 di Giulio Tarro

La dieta dei miracoli

di Giulio tarro

“La salute si cura a tavola”, dicevano gli antichi. E avevano ragione. Gli studi sul rapporto cancro/dieta sono ormai numerosissimi. Uno dei primi è certamente quello cominciato nel 1958 nella valle di Lin Xian in Cina, caratterizzata da un’incidenza altissima di tumore all’esofago. La dieta degli abitanti della valle era costituita principalmente da una specie di pomodoro che, avvolto in una buccia di grano ruvida e seccato al sole, poteva essere conservato anche per dieci anni. L’ingestione di questo frutto provocava, però, una serie di piccole lesioni all’esofago sulle quali andava ad operare una sostanza acida e fungosa che veniva prodotta da una leccornia locale: il cavolo in salamoia. Il continuo impatto di questa muffa sulle escoriazioni dell’esofago poteva provocare, alla lunga, l’insorgenza di tumori. [read more=”Click here to Read More” less=”Read Less”]

Ad aggravare la situazione contribuiva soprattutto l’abitudine dei contadini di conservare per un lungo periodo (fino a tre settimane) il pane; questo, unito al clima umido della valle, favoriva il proliferare di un fungo (F. moniliforum) capace anch’esso di provocare tumori.  Alla scoperta seguì una campagna di informazione e di educazione alimentare e, quindi, una sensibile riduzione nel numero di tumori all’esofago e all’apparato digerente. Oltre all’eliminazione di cibi non perfettamente conservati, molto possiamo fare per prevenire l’insorgenza di tumori dell’apparato digerente. Intanto non ingrassare. Il grasso eccessivo, infatti, aumenta gli acidi biliari e altri costituenti che i batteri degradano in potenziali cancerogeni, oltre a stimolare la produzione di batteri deputati a tale funzione. Un altro consiglio è quello di integrare nella propria dieta alimenti ricchi di fibre (come gli alimenti integrali, legumi, crusca, verdura,..) che aumentano il volume delle feci e quindi ne diluiscono i componenti, compresi i cancerogeni. Le fibre, inoltre, abbassano il tempo di transito intestinale e quindi riducono il contatto di cancerogeni con la mucosa intestinale, oltre ad aumentare la produzione di batteri che si cibano di azoto (con la conseguente riduzione di ammoniaca) e di butirrato (che inibisce la trasformazione cellulare).

dieta nutrizionista matera

Negli abitanti dell’Africa era praticamente sconosciuto il tumore del colon-retto, al contrario così frequente nel mondo occidentale. Anche il consumo di carni insaccate (quasi sempre ricche di nitriti) dovrebbe essere drasticamente ridotto; non è certo un caso se il tumore all’apparato digerente risulta più diffuso nelle regioni centro-settentionali, grandi consumatori di insaccati. Anche le fritture dovrebbero essere ridotte e così pure gli alcolici; un’assunzione massiccia di alcol provoca un aumento di rischio del cancro della cavità orale, della laringe e dell’esofago.

Come già detto una dieta ipercalorica aumenta il rischio di contrarre un cancro (un esempio in tal senso è il tumore alla mammella); così pure il consumo smodato di saccarina, che sarebbe responsabile dell’insorgere di non pochi tumori alla vescica, o di estrogeni sintetici, responsabili di alcuni tumori del fegato, e presenti in alcune carni di animali allevati e macellati al di fuori delle norme vigenti. nutrizionista dietista dietologo materaUn discorso a sè meriterebbero le conseguenze dell’uso dei pesticidi in agricoltura. Niente di peggio è poi l’abitudine, purtroppo sempre più diffusa, di sostituire alla quiete e alla calma che scandivano i pasti di una volta la fretta e la frenesia che contraddistingue oggi il famigerato fast food, il cui continuo riproporsi giorno dopo giorno può portare a qualcosa di molto peggio della pressochè sicura ulcera.

articolo tratto da “bio’s – le nuove frontiere della vita, maggio-giugno 2019
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